Entschiedene Wettbewerbe
Sprache
Art des Verfahrens
Baukategorie
Art der Aufgabe
Beschaffungsform
Kanton
Fachgebiet Federführung
Jahr
- 29.03.2023ProjektstudieFribourg
Neubau Kultur- und Sporthalle, Murten
- 27.03.2023ProjektwettbewerbTessin
Comparto inComune, Castel San Pietro
- 24.03.2023ProjektstudieGenf
Nouveau bâtiment public «Espace Familles», Vernier Avanchets
- 23.03.2023ProjektwettbewerbSchwyz
Sanierung und Teilneubau Kantonsschule Ausserschwyz in Nuolen
- 21.03.2023ProjektwettbewerbWallis
Neubau Primarschulhaus Lalden
- 20.03.2023ProjektwettbewerbJura
Passerelle secteur «Gare Sud» à Delémont
- 17.03.2023ProjektwettbewerbZürich
Schule Waidhalde Kirche Wipkingen
- 15.03.2023ProjektwettbewerbLuzern
Schulzentrum Ost Ebikon
- 14.03.2023ProjektwettbewerbZürich
Neubau Recyclingzentrum Juch-Areal, Zürich
- 13.03.2023ProjektwettbewerbFribourg
Stade Communal de la Ville de Bulle
- 06.03.2023ProjektwettbewerbSolothurn
Neubau Kreisschule Untergäu, Hägendorf
- 03.03.2023ProjektwettbewerbTessin
Nuova casa per anziani Melano
- 02.03.2023ProjektwettbewerbNeuenburg
UniHub Académique, Neuchâtel
- 28.02.2023ProjektwettbewerbZürich
Erweiterungsneubau Alterszentrum Adlergarten, Winterthur
- 23.02.2023IdeenwettbewerbBern
Utopia – Lernen der Zukunft (Wettbewerb für Studierende)
- 22.02.2023ProjektwettbewerbThurgau
Neubau Betriebsgebäude Energie Kreuzlingen
Centro sportivo nazionale di nuoto Tenero
Offenes Verfahren
10 Via alle Brere, 6598 Tenero
Publikationsdatum
26.08.2016
Auftraggeber
Ufficio federale delle costruzioni e della logistica UFCL
SIA 142
Galerie
Auftraggeber & Jury
Fachrichter
- Hanspeter Winkler (architetto ETH/SIA, respons. gestione progetti all’UFCL, presidente),
- Gion A. Caminada (architetto SIA/FAS, Vrin),
- Pia Durisch (architetto ETH/SIA/FAS, Massagno),
- Ursina Fausch (architetto ETH/SIA, Zurigo),
- Barbara Suter (architetto ETH, capoprogetto generale all’UFCL, supplente),
- Toni Weber (architetto paesaggista STS/SIA/FSAP, Soletta),
Sachrichter
- Bixio Caprara (direttore del CST, supplente),
- Paolo Galliciotti (sindaco di Tenero-Contra),
- Matthias Remund (direttore dell’UFSPO),
- Franka Seidt (gestione immobili all’UFCL),
Wettbewerbsresultat
Riassunto del compito
La gamma dei compiti comprende da un lato la realizzazione del nuovo Centro nazionale sportivo di nuoto nella zona sud dell’area di costruzione, dall’altro l’inserimento sapiente, adeguato al contesto locale, di nuovi alloggi per sportivi nell’area di costruzione. Lo stabile sostitutivo per la palestra Naviglio è collocabile sia in tale area sia nella parte Nord del perimetro del concorso.
L'esecuzione a tappe prevede prima la realizzazione del Centro sportivo di nuoto, poi quella delle fasi successive (alloggi per sportivi, nuova palestra con utilizzi accessori, centrale del materiale).
Raccomandazioni
Il progetto «Rimini» soddisfa ottimamente i criteri prestabiliti nel bando di concorso. La giuria raccomanda unanimemente all'ente banditore di assegnare all'autore del progetto in primo rango «Rimini» il mandato di pianificazione e di realizzazione.
Per la futura progettazione la giuria formula le seguenti raccomandazioni:
Raccomandazioni generali
L'ampia varietà delle soluzioni presentate ha portato a un arricchimento delle conoscenze per quanto riguarda lo sviluppo dell'area del Centro sportivo di Tenero.
La giuria esprime pertanto le seguenti raccomandazioni:
La giuria suggerische di verificare approfonditamente l'ubicazione della nuova palestra nella parte Nord del perimetro di concorso e di conseguenza, se necessario, di adattare il piano regolatore. Così l'area del centro sportivo può trovare una conclusione verso Nord e i campi sportivi vengono riuniti al centro dell'area.
Particolare attenzione deve essere dedicata al collocamento della centrale del materiale. Deve essere prevista in posizione centrale e a Sud dell'area di costruzione, per poter rifornire in modo ottimale i campi sportivi esterni.
La disposizione del piano regolatore, per cui gli alloggi devono essere allineati alla linea di costruzione, limita senza necessità la varietà delle soluzioni. Dovrebbe perciò essere meno severa. Il previsto viale alberato Nord-Sud dovrebbe essere mantenuto.
Raccomandazioni sulla futura progettazione
È da verificare una scelta di colore più dimessa per il traliccio di metallo, che si adatterebbe meglio in prossimità della riserva naturale. È da verificare inoltre la quota dell'acqua delle vasche rispetto al terreno.
Commenti ai progetti
1. rango «Rimini» (ARGE Studio Burkhardt e Stücheli Pestalozzi Schiratzki Architekten)
L'autore analizza la situazione logicamente e dispone gli edifici conseguentemente lungo il viale Nord-Sud, incominciando dall'asse orizzontale con il complesso delle piscine. Questa edificazione viene conclusa con gli alloggi.
La nuova palestra di fronte alle piscine aperte segue il principio costruttivo di tutto il centro sportivo, e cioè quello di accentuare puntualmente gli incroci all'inizio o alla fine degli assi principali. Il posizionamento della palestra appare qui senz'altro non obbligatorio, dal momento che essendoci già le piscine aperte il principio viene già soddisfatto. Inoltre in questo luogo ci si augura piuttosto una certa trasparenza, apertura e larga visuale e così le piscine aperte otterrebbero maggiore spazio libero senza la palestra di fronte.
L'edificio della piscina è funzionale ed è stato pensato bene e in modo rigoroso. La situazione dell'entrata è logica e ben risolta. Gli spogliatoi sono al primo e secondo piano. Nel terzo vi si offre in aggiunta la palestra fitness, non presente nel programma degli spazi. Le finestrature su tutti i lati offrono di volta in volta una vista esterna stupenda.
Il cammino piuttosto lungo che porta dall'entrata agli spogliatoi e di ritorno alle vasche è sfavorevole ma viene lo stesso adottato a favore di un edificio stretto e lungo. Così facendo risulta una certa distanza dalla riserva naturale e la superficie libera ottenuta di prato può essere utilizzata come sosta.
La struttura portante e quella del tetto e le grandi vetrate sono gli elementi che generano l'aspetto esteriore dell'edificio e la sua propria identità. Ciononostante sarebbe pensabile una costruzione un po' meno espressiva. Nelle stagioni miti l'edificio è apribile lateralmente.
Il progetto soddisfa pienamente sia il programma degli spazi richiesto che l'economia e la funzionalità perseguite e ha ricevuto anche buone note per l'efficienza energetica e l'ecosostenibilità.
Il progetto si distingue per una grande naturalezza dell’intervento pianificatorio, una buona organizzazione della gestione e un concetto economico con costi medi di investimento gestione e manutenzione. La posizione della palestra è da verificare. Non convincente è l'alta densità degli alloggi, troppo stretti l'uno accanto all'altro. Il centro di nuoto riesce in modo convincente a creare quell’equilibrio fra il segno forte della struttura portante e l'architettura leggera e trasparente.
2. rango «Campus» (Nicolò Privileggio)
Il progetto prevede tre edifici principali per il centro di nuoto, la piscina, gli alloggi e la palestra, che sono disposti in modo convincente nell'area del centro sportivo e creano un rapporto naturale con l'intorno. Gli alloggi si trovano a Nord, vicino all'area abitata confinante. Sono articolati in tre blocchi modulari e formano, con due segmenti, un cortile alberato. La palestra chiude a Nord il grande spazio libero. Assieme alle due altre grandi palestre contrassegna la fine dell'edificazione del centro sportivo verso l'autostrada.
Le due vasche esterne danno l'avvio naturale al centro sportivo di nuoto nell'immediata vicinanza delle Bolle del Naviglio. Le due vasche olimpioniche sono allineate una dopo l'altra e sono seguite dagli spogliatoi e dalla vasca dei tuffi, che conclude l'edificio del centro di nuoto verso gli alloggi a Nord. L'edificio stretto e lungo forma un prezioso spazio libero aperto verso la riserva naturale.
L'entrata è nella metà dell'edificio in collegamento con il viale alberato Est-Ovest. Attraverso gli spogliatoi si giunge alla vasca olimpionica o alla vasca tuffi. Tutti gli spazi per gli sportivi sono al piano terra. La vasca dei tuffi si stacca dalla vasca olimpionica e può essere realizzata separatamente in una seconda tappa.
Entrambi i tetti sopra le vasche principali si possono far scivolare, in modo che le vasche si aprano verso il cielo. Sono costituiti da un traliccio metallico che poggia su rotelle, rivestito da pannelli di policarbonato. Le finestre al piano terra possono essere aperte a bilico verticale. Le pareti esterne portanti sono in calcestruzzo armato a vista e sono isolate termicamente dall'interno.
La realizzazione a tappe consente l'attività del nuoto nelle vasche esistenti fino alla costruzione della nuova vasca olimpionica coperta. Anche la sostituzione della palestra esistente è possibile senza interruzione dell'esercizio. La centrale del materiale è aggregata alla centrale di manutenzione dei veicoli. La posizione decentralizzata è sfavorevole all'esercizio e incomprensibile dal punto di vista architettonico. Non ancora risolti sono i grandi tetti scorrevoli del centro di nuoto, che lasciano innumerevoli quesiti aperti sulla costruzione.
Le diverse funzioni disposte nel perimetro di concorso sono coerenti con lo sviluppo pianificato del centro sportivo. Le nuove costruzioni circoscrivono ampiamente l'area del centro sportivo e conservano la generosità delle superfici libere.
Il centro sportivo di nuoto convince con una solida struttura portante in calcestruzzo armato a vista, che conferisce all'edificio un carattere monolitico. L'edificazione è spaziosa e elaborata in modo scultoreo specialmente nel corpo della vasca dei tuffi. Il rapporto con lo spazio esterno e con il cielo viene abilmente determinato da aperture tagliate e inquadrate precisamente. Gli spazi interni illuminati dall'alto, attraverso tetti traslucenti che in estate scompaiono del tutto, hanno un effetto solenne, quasi sacrale. Sorge una cattedrale dello sport acquatico con un impatto monumentale. Il progetto prende una posizione chiara, che però in relazione all'intorno risulta un po’ eccessiva e non può convincere completamente.
3. rango «e la nave va» (Studio d'architettura Lukas Meyer e Ira Piattini)
Il compito di legare la nuova area Nord all'attuale centro sportivo di Tenero, viene risolto da questo progetto in modo convincente. Le tre funzioni sport acquatico,abitazione e palestra, richiesti dal bando di concorso, sono disposti con interventi ragionati e nel luogo appropriato.
Il semplice e chiaro inserimento dei volumi crea un ordine gerarchico naturale come contrappunto all'attività sportiva. Il linguaggio architettonico si inserisce nel contesto con consapevolezza e senza entrare in concorrenza con l'apparato esistente. La differenza di livello topografico verso Nord, viene risolta da un concetto semplice e persuasivo: una piattaforma unitaria per lo sport acquatico. L'inserimento mirato delle abitazioni e della palestra provvede a restituire una vista d'insieme armonica.
L'innalzamento del livello delle vasche del centro di nuoto su uno zoccolo all'altezza di un parapetto risolve abilmente il confronto con le differenze di livello topografiche e minimizza in modo semplice gli interventi sotto il livello delle acque sotterranee.
Il cubo compatto dell'edificio si eleva dallo zoccolo tramite una facciata di colonne sottili alte circa 6 metri e culmina con la massiccia struttura portante della soletta. Elementi trasparenti nella soletta promettono un'interessante trattamento della luce e l'uso della ventilazione naturale. Le colonne a ritmo regolare che corrono lungo tutte la facciate con alti pannelli vetrati garantiscono la vista a tutto tondo dall'interno e dall'esterno. La costruzione della facciata è assai riduttiva e non soddisfa l'esigenza di un involucro termico. Le facciate e le superfici vetrate del tetto sono apribili. Un'ulteriore elaborazione del progetto dovrebbe trovare per questo una soluzione tecnica adeguata.
Un ingresso con scala e rampa porta alla piattaforma dello sport acquatico. L'entrata si trova in modo logico in rispetto al percorso degli utenti, protetta da un tetto sporgente sulla parte sinistra. Gli spogliatoi sono come un corpo inserito, subordinato e a sé stante, all'interno dello spazio generoso e quasi senza colonne. La vasca olimpionica da 50 metri e la vasca dei tuffi si dividono lo spazio. Una piramide tronca si innalza dal corpo di fabbrica principale rettangolare, il suo tetto trasparente porta la luce nella zona dei tuffi.
Lo spazio libero della piattaforma viene articolato dalla vasca free style e dalla vasca olimpionica da 50 metri. Grazie all'avveduta disposizione delle vasche l'ombra dell'edificio sulla zona di nuoto è minimizzata. La centrale del materiale a Nord della piattaforma chiude lo spazio dello sport acquatico. La distribuzione è orientata a Nord verso un nuovo generoso e verde luogo d'incontro. I collegamenti ai percorsi che portano ai campi da gioco sono immediati.
La valenza della semplice materializzazione con superfici robuste sostiene la chiarezza del linguaggio formale. Vi sono l'doneità all'attività sportiva continuativa e la necessaria sicurezza contro i vandalismi. La costruzione delle facciate può influenzare negativamente, a dipendenza delle soluzioni tecniche adottate, sui costi del ciclo di vita, sulla manutenzione e sui costi d'esercizio.
Tre identiche stecche d'abitazione sono disposte a Nord. La realizzazione a tappe è possibile senza penalizzare il luogo. La distanza fra gli edifici consente un'illuminazione naturale sufficiente. Una dovuta distanza dalla vicina area abitata spiega la chiara appartenenza degli alloggi al Centro sportivo di Tenero.
La palestra è stata sistemata nella parte Nord del perimetro, attribuzione sensata in quanto è la chiusura dell'area del centro sportivo verso l'adiacente autostrada. A un'ulteriore elaborazione del progetto ci si augura un'ottimizzazione dell'utilizzo delle superfici. Il posizionamento nell'area verde, così come l'entrata all'edificio sull'angolo a Est, sembrano piuttosto casuali, possono essere però facilmente corrette.
Complessivamente questo progetto risponde alla funzionalità richiesta. Risulta convincente l'intuizione dell'autore di usare un chiaro linguaggio formale, una schiettezza arcaica delle forme e una consequenziale materializzazione nell'approfondita elaborazione presentata.
4. rango «Orangeries» (CdL Cristiana Lopes Da Costa e Silva e Filippo Bolognese)
Il progetto risolve il compito del concorso con un approccio logico e funzionale. Con l'inserimento mirato dei volumi – il centro di nuoto nella parte Sud, la palestra con la centrale del materiale nella stessa posizione di oggi e gli alloggi degli sportivi nella parte Nord dell'area di costruzione – tutti gli spazi richiesti dal programma trovano posto nell'area di costruzione selezionata dal concorso. Con questo progetto rimangono intatti sia generosi spazi liberi per le attività sportive che lo spazio per un futuro sviluppo, specialmente a Nord dell'impianto.
Le superfici libere a Nord sono articolate con larghe gradonate, in relazione a tutto l'impianto sportivo. Le superfici libere, specialmente a Nord e a Est, oggi non necessarie all'attività sportiva, vengono occupate da piantagioni di alberi, ciò che compromette la visione d'insieme. La piantagione d'alberi accanto alla riserva naturale assume la sua forma libera e naturale. Un sentiero pedonale conduce dal lago agli alloggi passando per una piazza che serve in modi diversi sia da luogo d'incontro che per le feste.
Gli accessi di tutti i volumi progettati avvengono lungo il viale Nord-Sud. Sia l'entrata del centro di nuoto che della palestra si trovano all'incrocio dei viali. Attraverso una piazza (utilizzabile anche per eventi) con una rampa lungo le vasche free style e da 50 metri il nuotatore arriva all'effettiva entrata. Attraversati gli spogliatoi sarà condotto o alle vasche esterne o a quelle interne.
La struttura dell'edificio, che si basa su una griglia di circa 6.5 x 6.5 metri, diversifica gli spazi con le adeguate altezze necessarie in una maniera convincente, adattandoli alle diverse funzioni contenute (blocco spogliatoi, vasca olimpionica, vasca dei tuffi).
L'innalzamento della quota dell'entrata consente di tenere le vasche e gli spazi della tecnica al piano interrato sopra il livello delle acque sotterranee, ciò che è vantaggioso sia per la costruzione che per gli aspetti della gestione. L'ordine di grandezza dello zoccolo di 1.5 metri e la conformazione a gradoni dell'edificio consentono una diversificazione spaziale nel centro di nuoto, senza creare una barriera verso la riserva naturale.
Il centro sportivo di nuoto consiste in uno zoccolo di calcestruzzo armato e una costruzione metallica avvolta in un involucro di vetro. Gli elementi scorrevoli nella parte bassa della facciata si aprono automaticamente su tutta la superficie sulla lunghezza verso la riserva naturale a un'altezza di circa 4 metri. Le finestrature soprastanti invece sono provviste di vetri opachi. Gli elementi della soletta grandi circa 6.5 x 6.5 metri di vetro trasparente si aprono sopra le vasche in modo automatico. Quando sono aperti si integrano negli elementi metallici al bordo del tetto.
Il rapporto visuale verso l'esterno è garantito ai nuotatori dalla materializzazione dell'involucro trasparente sia d'estate che d'inverno. In estate prevale il clima esterno mentre d'inverno bisogna controllare maggiormente il confort dell'edificio, proteggendolo dal surriscaldamento. Vengono impiegate energie rinnovabili come richiesto dall'ente banditore.
La palestra ricalca il tema dello zoccolo nella piscina, sul quale si svolgono le attività sportive. Grazie a un tetto aggettante su tutti i lati sopra il piano terra, risulta un piano di entrata coperto, orientato su due lati, che contiene spogliatoi e centrale del materiale.
Gli alloggi sono sistemati in tre volumi modulari edificabili a tappe. Gli accessi degli edifici e ai piani avviene a Sud. Le camere sono allineate lungo un corridoio e orientate a Nord, volgendo così le spalle all'impianto sportivo.
Il progetto concretizza in modo conseguente le richieste del bando di concorso e rende possibile una realizzazione a tappe sia dei diversi volumi progettati che di determinate parti del centro di nuoto. La costruzione leggera con grandi superfici vetrate rappresenta un pregevole contributo, una soluzione che consente attività sportive a cielo aperto. Nell'insieme questa costruzione è però dispendiosa sia nella costruzione che nella gestione e nella manutenzione. La posizione della palestra inoltre, così come gli edifici degli alloggi stretti uno all'altro, non riescono ad essere convincenti.
5. rango «float» (ahaa Andreas Heierle Atelier für Architektur)
Il progetto persegue l'idea di edifici sportivi decentralizzati e colloca l'edificio di grandi dimensioni, il centro sportivo di nuoto, all'incrocio degli assi Nord-Sud e Est-Ovest e rinforza la logica della griglia ortogonale degli accessi. Il viale Est-Ovest che inizia davanti alla palestra Gottardo, termina davanti al centro di nuoto. In questo punto ci si aspetta l'entrata principale dell'edificio, che si trova però sul lato longitudinale. Intanto questa decisione rende possibile di collocare qui la centrale del materiale, in posizione al centro rispetto ai campi da gioco circostanti.
Gli alloggi non sono posti lungo l'asse della griglia, ma si affacciano ai grandi campi da gioco con gli accessi lungo il nuovo confine del campus. Questa sistemazione infrange la disposizione del piano regolatore, e cioè di edificare lungo la linea di costruzione. La giuria riconosce questa deviazione delle condizioni quadro come un interessante contributo. La tipologia puntiforme delle abitazioni minimizza la traccia a terra e consente di ottenere generose distanze e ampie viste fra gli edifici.
La palestra limita l'area del centro sportivo verso Nord. Il collegamento per mezzo di uno spazio antistante con l'asse Nord-Sud stupisce, non corrisponde al posizionamento delle altre palestre.
Il lungo volume dell'edificio della piscina di vetro e legno galleggia su uno zoccolo aggettante alto un piano, che ospita materiale, magazzini e spazi della tecnica. Purtroppo lo zoccolo non consente di vedere attraverso, e cioè di vedere la vicina riserva naturale e ha perciò l'effetto di una barriera fra paesaggio naturale e culturale.
Tutte le vasche stanno su una piattaforma rialzata. Questa serve interamente allo sport acquatico. In contrasto con una disposizione delle vasche a livello del terreno, che consente di approfittare del suolo circostante, qui la superficie utilizzabile è limitata e ha quindi un effetto angustiante. La posizione dell'edificio a Ovest della terrazza getta ombra sulla vasca al mattino. Nonostante il rialzamento della terrazza dal terreno, a causa della scelta dei materiali, l'edificio non ha l'effetto di leggerezza flottante, ma al contrario di pesantezza.
La formazione di una terrazza , d'altra parte, risolve il problema dell'accesso delle persone in modo semplice senza recinzione. Nel contempo non sono più necessari scavi impegnativi, grossi lavori per le fondazioni e l'intervento sotto il livello delle acque sotterranee è minimo. La facciata alta un piano può essere aperta completamente e garantisce un rapporto visivo con il lago durante il nuoto. Il tetto piegato è vetrato nella parte Nord e illumina lo spazio della piscina in tutta la sua larghezza.
L'edificio è organizzato su due piani. Nel piano terra trovano spazio gli spogliatoi, la tecnica e i magazzini. Il primo piano è riservato allo sport acquatico. Accessi e percorsi sono semplici e articolati chiaramente. L'entrata all'edificio avviene attraverso una grande hall. Dopo gli spogliatoi si entra in uno spazio generoso di accesso dove due scale portano allo spazio principale delle piscine. Questo accesso centrale consente percorsi corti. Una piattaforma sopra i magazzini del materiale permette agli spettatori una vista rialzata sui nuotatori.
Zoccolo e piattaforma, i suoi aggetti e i loro sostegni sono di calcestruzzo armato. Una pavimentazione di cemento lavato unisce e l'interno l'esterno. Il tetto piegato fatto di pannelli di legno è pensato in elementi di una serie ripetitiva di shed uguali, che si rialzano sopra la vasca dei tuffi. Gli elementi nella parte Nord sono vetrati e presentano invece nella parte Sud pannelli fotovoltaici integrati.
Gli elementi singoli sono formati come dei tralicci che funzionano con la piegatura del tetto. Le superfici visibili del tetto si riducono ai triangoli laterali dei frontoni. Questo tetto con piegature assai arbitrarie risulta nell'intorno del piano di Magadino piuttosto alieno e la costruzione di legno difficilmente si integra nel contesto delle costruzioni esistenti.
Questo contributo progettuale al concorso salta all'occhio in particolare per l'accurata elaborazione delle piante e fornisce un preziosa risorsa di discussioni riguardo alle future tappe di edificazione del centro sportivo.
6. rango «tutti a bordo» (Architetti Campana Herrmann Pisoni)
L’idea di progetto è chiara. Il progettista concentra in un unico edificio la gran parte del programma richiesto dal bando di concorso. L’impianto trova la sua posizione nel terreno seguendo la griglia ortogonale che è il principio generatore di tutta la piana di Magadino e anche di conseguenza del Centro Sportivo di Tenero.
Nell’edificio, posizionato lungo l'asse Nord-Sud, trovano spazio la vasca per i tuffi, le due vasche per nuotatori da 50 metri e la tripla palestra. Il risultato di questo approccio si traduce in un unico edifico costituito da una piattaforma in cemento che si eleva dal piano terra fino ad una quota di più 4 metri rispetto al terreno esistente, e dove sono contenute tutte le vasche d'acqua e i locali di servizio, e da una struttura filigrana in acciaio che funge da copertura per le diverse vasche e per lo spazio della palestra.
L’edificio esprime, soprattutto nella sua parte superiore, una grande leggerezza, trasparenza e dialogo con il paesaggio circostante. La copertura dell’edificio è modulato nella sua altezza a seconda dei contenuti interni, ma è anche progettata in modo da avere la parte più prominente a Sud, così da marcare la testa del progetto e segnalare l'incrocio dei due assi principali del centro sportivo di Tenero, quello Nord-Sud con quello Est-Ovest.
L'edificio principale ha dimensione circa 150 per 30 metri. A livello di piano terra si trovano le due entrate principali alle piscine a alla tripla palestra. Queste entrate sono anche dei passaggi coperti che permettono agli utilizzatori del centro di poter raggiungere le aree rivolte verso il lago.
La giuria apprezza quest'intento, ma lo ritiene insufficiente e troppo debole. Il risultato che si può evincere dalle piante e dal modello è un edificio molto chiuso che con la sua dimensione divide completamente le aree di gioco con il fronte a lago. La leggerezza e trasparenza che si riscontra al livello superiore non viene tematizzata, almeno in parte, a livello del piano terreno.
La tripla palestra trova posto al limite Nord della piattaforma con gli spazi principali situati al livello superiore della piattaforma. Gli spazi della tripla palestra si aprono, attraverso una grande vetrata, verso la vasca d’acqua. La giuria ritiene questa scelta progettuale problematica a livello funzionale e ritiene difficoltosa l’edificabilità a tappe.
Gli edifici per gli alloggi degli sportivi si sviluppano su cinque piani e trovano posto nell’area a Nord del sedime. Tra gli edifici vengono a crearsi degli spazi esterni, troppo piccoli e che la giuria ritiene di scarsa qualità.
In generale la giuria apprezza l’intento del progettista. Vede però anche i limiti di questo atteggiamento, che va a penalizzare soprattutto la qualità degli spazi esterni a livello di piano terra, sia nei collegamenti tra le aree esterne a gioco con le aree rivolte verso il lago, che negli spazi esterni attigui ai nuovi alloggi per gli sportivi, che risultano troppo penalizzati.
(Testo estratto dal rapporto della giuria)